11 regole d’oro dello storytelling

Storytelling, questa parolone magico, quasi mistico a cui è stato attribuito la fantastica capacità di poter risollevare le sorti di blog, siti fatiscenti e pagine Facebook raggrinzite, ma diciamo con parole nostre quello che è: raccontare una storia.

 

Ce lo hanno insegnato alle elementari, spiegandoci in modo semplice che in una storia c’è un inizio con un luogo e dei protagonisti che volgono ad una fase centrale del racconto in cui accade loro qualcosa, magari ci sono degli ostacoli oppure degli avvenimenti piacevoli, poi tutto si conclude in male o in bene.

 

Questo è il principio dello storytelling o per meglio dire, del raccontare una storia.

 

La grammatica, la punteggiatura gli accenti scorretti e le cadenze e i modi di dire dialettali diventano cosa secondaria quando una persona sa raccontare una storia, quando ti coinvolge talmente tanto da sentirti parte di quella storia e vuoi poi che la persona te ne racconti altre. Ma come si può arrivare a certi livelli da “cantastorie”?

 

1 Nutri l’immaginazione

 

Non c’è persona che voglia raccontare tramite immagini, musica e scrittura che non alimenti il proprio lato creativo. Questa è la prima cosa fondamentale se vuoi fare storytelling, leggi libri, ascolta musica, vedi video e vai a fare, come si dice dalle mie parti, “dei giri in giro” senza meta. Quando ti ritroverai a fissare un punto e a iniziare a sentire i tuoi pensieri sarà troppo tardi: hai cominciato ad immaginare da molto prima.

 

2 Consiglio d’autore

 

“Porta sempre con te un taccuino. E intendo sempre. La memoria a breve termine trattiene un’informazione per tre minuti soltanto. Se non la metti su carta, puoi perdere per sempre un’idea”. Will Self

 

3 Confrontati con gli altri

 

E’ una delle cose più belle in assoluto. Nel confronto con le altre persone nascono nuove idee, nuovi punti di vista e congetture. Dal confronto si impara spesso molto di più qualcosa su se stessi che non sugli altri e ciò permette di rivedere delle proprie creazioni e cambiare, migliorarsi.

 

4 Impara dagli altri

 

Ti porto l’esempio del mondo della musica: non c’è cantautore, cantante o gruppo musicale che non abbia tratto ispirazione dai propri idoli. Così è in qualunque campo che coinvolga anche minimamente la creatività. Imitare permette di acquisire sicurezza in quello che si fa; si impara l’arte per poi scostarsi in modo del tutto naturale dalla via principale e cominciare un percorso personale, che sia fare storytelling con un post per blog, fare video, ecc. Ma se vuoi solamente cavalcare l’onda di qualcuno che sta avendo successo, se non hai in mente nulla che provenga dal sacco della tua farina (a meno che il tuo mestiere non sia quello di “falsario d’autore”) allora è meglio che lasci perdere.

 

5 Deve piacere agli altri prima che a te

 

Magari a te può piacere a dismisura quello che hai creato o quello che stai facendo, ma al pubblico non piace. Quindi non è da prendersela con il pubblico, ma con noi stessi che non siamo stati in grado di creare una storia coinvolgente.

 

6 Cosa vuoi trasmettere?

 

Cosa vuoi dare agli altri? La tua storia deve saper coinvolgere emotivamente il pubblico, attirare il suo interesse, la storia è il veicolo che porta energia ed il tuo messaggio direttamente a chi ti rivolgi, esattamente come la sigla della serie Il Principe di Bel Air che ho analizzato nel mio articolo precedente. perciò rispondi sinceramente alla domanda: cosa vuoi trasmettere?

 

7 Rivolgiti al cuore, non alla testa

 

Come recitava una vecchia slide, la scienza ed i dati sono nati per soddisfare la mente, ma le storie sono nate per scaldare il cuore.

 

8 Sii semplice

 

Soprattutto nei primi step di creazione. Lo storytelling deve essere lineare, deve filare alla perfezione, poi puoi aggiungere nel mezzo quello che vuoi, ma la base deve esserci! Pensala come una pizza: senza l’impasto base dove li metti il pomodoro, la mozzarella e tutti gli altri ingredienti?

 

9 Sii originale

 

Come diceva Umberto Eco, “Evita le frasi fatte: è minestra riscaldata”.
La gente si stufa ad un certo punto di sentire e leggere sempre le solite 4 cose che ha già letto, visto e sentito, non utilizzare la minestra riscaldata, sii originale, apporta novità e cose utili!

 

10 “Two is megl che uan”

 

Ho rifatto mio il motto della Maxibon Motta per dire che l’idea che viene per seconda è sempre meglio della prima. A me capita sempre. L’idea iniziale è buona, poi mentre ci lavoro sopra ne viene in mente una seconda. Non impuntarti sulla prima, piuttosto lasciala da parte e sviluppa le successive. Quando avrai concluso i lavori riprendi la prima idea, vedrai che succederanno una di queste due cose: o non ti piacerà più e l’abbandonerai, oppure la riprenderai in mano e la svilupperai meglio di come volevi farlo all’inizio.

 

11 trova il tuo metodo

 

C’è chi è metodico, chi programma per filo e per segno, chi fa scalette e schemi e chi invece crea, scrive a getto, lasciandosi prendere dall’estro e poi ci pensa. Non esiste un metodo corretto, uno solo che vale per tutti, a ciascuno il proprio.

 

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