Cosa ho imparato da un mese senza pc

Fine Luglio l’ho lasciato così, con il mio ultimo articolo pubblicato “Il luogo di lavoro perfetto? In Italia c’era prima di Google” pronta a partire verso la Puglia, un po’ per staccare e un po’ per lieti motivi di famiglia. Torno a casa in Agosto, passo ancora un paio di giorni distaccata volontariamente dal mondo poi la notifica sul cellulare mi ricorda che devo scrivere e pubblicare un trafiletto per il mio blog.

Ecco quindi che mi accingo a raggiungere la postazione di lavoro ad accendere il mio notebook, lasciato a casa a riposare, ben pulito prima di partire ed avvolto in un panno di cotone per ripararlo dalla polvere, ricollego un po’ di cavi al pc (si sa, quando si va via meglio staccare tutto per precauzione) e pigio sul pulsante di accensione. Passano 30 secondi, passa un minuto, poi due. Sento il pc che è in funzione, ma lo schermo è totalmente nero, poi all’improvviso si spegne da solo. Ahia. 

Dopo aver provato per due ore a capire quantomeno quale fosse il problema, l’ho portato al centro assistenza più vicino. Non vi starò a scrivere pure la solfa di quelli che ci siamo detti io ed il tecnico, il risultato comunque è che avrebbero cercato di fare il possibile e che non avrei rivisto il mio notebook prima di Settembre. Gasp. 

E cominciano i pensieri che si accavallano sempre più uno sopra l’altro… adesso come pubblico gli articoli… il piano editoriale e di pubblicazione si vanno a fare un bel giro dove so io… e i social? Come li monitoro?... Ma soprattutto, come riesco a tenermi aggiornata?... proviamo ad utilizzare il cellulare…

 

Ci ho provato. Sul serio. Ed ho constatato di quanto sia altamente stressante e frustrante utilizzare lo smartphone per fare tutte le cose elencate sopra, perché le versioni di certe app e funzioni sono semplificate e non ci sono tutte quelle che si hanno nella versione desktop, perché alcuni siti continuano a non essere mobile friendly, perché non si ha una chiara percezione di quanto si stia scrivendo (ho scritto poco, ho scritto tanto?), perché basta che ti sfugga il dito o che lo screen recepisca il tuo scorrere le dita come un comando diverso che dai il via a cose che non volevi pubblicare, avviare, eliminare ritrovandoti a ricominciare spesso daccapo. 

 

Prima lezione

lo smartphone non è adatto per lavorare (non ancora almeno)

Mi sono resa conto di quanto lo smartphone sia ancora un mezzo quasi prettamente di fruizione piuttosto che di creazione, nonostante ci siano strumenti per fare qualcosa tramite cellulare, è esso stesso ad essere l’impedimento.

 

 

Ok, ci ho provato. Adesso però non posso più pubblicare nulla fino a Settembre, sperando di rivedere il pc sano e salvo. Quindi che si fa? La mente ha cominciato a divagare, a fantasticare, quindi ad essere più sciolta, ed infine mi ha dato la soluzione: leggi.

Seconda lezione

se non puoi fare quello che avevi programmato di fare

passa al piano B o dedicati a te stesso

Avevo lasciato un po’ di libri indietro, sia manuali e libri tecnici, che libri di lettura di piacere, alcuni comprati non mi ricordo più nemmeno io quando. Ho ricominciato seriamente a fare attività fisica 4-5 volte alla settimana, a scrivere “cose” che spaziavano da considerazioni personali a idee da sviluppare in futuro. Quando il pc è tornato, ho capito un’altra cosa fondamentale

Terza lezione

non farti sopraffare dalla vita digitale

Che tu lo faccia per lavoro o meno, i social, le metriche, i like, gli analytics, eccetera sono diventati indispensabili. Però appena vedi che rispetto al giorno prima hai un -5% di engagement, condivisioni o qualsiasi voglia parametro, ti avvilisci come se avessi preso un 3 in un compito di matematica, o le quotazioni societarie fossero crollate in borsa. Le oscillazioni sono fisiologiche e la perfezione non esiste, non può andare sempre perennemente tutto alla grande. E non è una bella cosa se ti vanti di essere un/a digital/social addicted, significa che ne sei dipendente tanto quanto lo è un alcolista al whiskey.

 

Non avere il pc e non poter utilizzare lo smartphone al suo posto mi aveva mandata inizialmente in crisi, ma mi sono presto accorta della enorme possibilità che questo mese mi concedeva, concentrarmi su me stessa. Non ti suggerisco di toglierti pc e smartphone per un intero mese, però di concederti ogni tanto qualche giorno di totale distacco per disintossicarti da quella che potrebbe diventare una dipendenza anche al di fuori del lavoro, quella sì. Spero che la mia esperienza possa ispirarti.

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Commenti: 2
  • #1

    Sherdan (giovedì, 14 settembre 2017 17:16)

    Un bel post, che mi ha dato l'impressione di respirare, grazie.

  • #2

    SocialLay (lunedì, 25 settembre 2017 12:54)

    Grazie a te Sherdan per il commento! Mi fa davvero piacere che il mio post ti sia piaciuto, grazie ancora